mercoledì 21 gennaio 2009

Problemi in allattamento: la mastite


Dal momento che nei primi 3 mesi ho avuto diverse volte la mastite (oltre ad un ingorgo il 2° giorno dopo il parto) penso che prima di partorire sia utile sapere qualcosa su come affrontare questa eventualità, sperando che non vi capiti, in quanto è una cosa piuttosto fastidiosa. Ecco le informazioni che ho trovato in rete:

La mastite è l’infiammazione di una zona della mammella e si manifesta con una certa frequenza nelle donne che allattano, soprattutto durante le prime settimane dopo il parto. A volte alcuni batteri o funghi possono trasformare l’infiammazione in una vera e propria infezione. La causa più frequente della mastite è l’ostruzione di uno o più dotti galattofori (che sono piccoli tubicini che fanno defluire il latte fino al capezzolo); l’ostruzione determina la perdita di piccole quantità di latte intorno al tessuto mammario e di conseguenza una risposta infiammatoria del tessuto.
È evidente che la migliore misura per prevenire l’ostruzione e, dunque, la mastite consiste nel permettere un normale deflusso del latte con la suzione del bambino. È importante, quindi, sia allattare a richiesta, senza imporre orari rigidi, sia non dare limiti alla suzione del bambino, concedendogli il tempo necessario (che sarà diverso da bambino a bambino) per completare la poppata .
Imporre delle regole (“dieci minuti da una parte e 10 dall’altra”) può causare un ristagno di latte,in quanto non si permette il normale deflusso di latte che la suzione completa del bambino consente. È possibile, tuttavia, che un bambino stia attaccato a lungo al seno, ma la sua posizione e il suo attacco non siano corretti e che, di conseguenza, la suzione non sia adeguata. A volte, tuttavia, è il bambino che, pur essendo attaccato bene al seno della mamma, non riesce a far defluire bene il latte dalla mammella (ad esempio un bambino con una suzione debole, un prematuro). In questi casi sarà opportuno spremere manualmente il seno o ricorrere all’uso del tiralatte.
Indossare un reggiseno stretto è un altro fattore di rischio: la compressione può causare il blocco del deflusso di latte in un dotto con conseguente infiammazione. La mastite può anche derivare da una ragade al capezzolo (che è causata sempre da un non corretto attacco del bambino al seno): in questo caso la lesione favorisce la penetrazione dei germi che poi risalgono i dotti, provocandone in un punto l’infiammazione.
Il dotto ostruito:che fare? Un dotto ostruito provoca un dolore non intenso e un gonfiore localizzati in un punto ben preciso della mammella; non si accompagna né a febbre né a malessere generale. In presenza di questi sintomi bisogna aumentare la frequenza delle poppate dal lato affetto, massaggiando delicatamente la zona gonfia e dolente verso l’areola e applicando prima della poppata un panno caldo-umido: queste misure favoriscono
il deflusso del latte nel dotto bloccato.
Se non si avviano tempestivamente queste misure, si può arrivare a una vera e propria mastite con la comparsa di una tumefazione diffusamente rossa,
molto dolente, con febbre e malessere. Le misure terapeutiche saranno uguali a quelle del dotto bloccato: anche in questo caso è importante favorire le suzioni frequenti; il bambino, infatti , può bere senza problemi il latte anche in presenza di una mastite infettiva; in aggiunta, può essere utile per la madre l’assunzione di analgesici e, eventualmente, anche di antibiotici (il ciclo dovrà dura re non meno di 10-14 giorni), su prescrizione medica.
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In pratica se viene un ingorgo bisogna armarsi di pazienza e fare delle "pezzature" cioè mettere delle pezze imbevute di acqua calda sul seno ingorgato per una mezz'ora, cambiando le pezze quando si intiepidiscono e poi massaggiare il seno in modo deciso con movimenti circolari verso l'areola in modo da aiutare il deflusso del latte, quindi spremere il seno o manualmente o usare il tiralatte (consiglio di portarne uno in Ospedale, qualunque tipo di parto si intenda fare perchè può essere utile nei giorni immediatamente seguenti. Io ne ho usato uno manuale dell'Avent che ha funzionato bene).

Il tiralatte non va usato però se non serve, cioè al posto dell'allattamento (tirandosi il latte il giorno per dormire la notte e dando al bambino - o facendogli dare- il latte tirato con un biberon), perchè il bambino deve farsi i muscoli della mandibola e se ci si tira il latte e poi lo si dà con il biberon (o con la siringa o il cucchiaino) in pratica il bambino non migliora la muscolatura e così si può finire in una spirale che può portare alla fine dell'allattamento al seno.

2 commenti:

  1. ciao sono francesca, ho smesso di allattare 1 anno e mezzo fa , ho preso antibioticie cortisone e le pastiglie per far tornare indietro il latte ma ho ancora dei residui di latte come posso fare ? grazie

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  2. Ciao sono Erica. Confermo che la mastite è molto dolorosa e fatidiosa. Ho un bimbo di 50 giorni e in questo periodo ho avuto 5 ingorghi e 2 mastiti (la prima curata con zimox per soli 6 giorni - su consiglio del dott - e credo sia anche lì l'errore). Oltre a ciò, in un seno, continuo ad aver dolore quando il bimbo si attacca e succhia per via di una ragade che fatica a guarire. Le ostetriche che mi hanno visitato continuano a confermarmi che mio figlio si attacca bene ma io inizio ad aver dubbi. Questo allattamento sta diventando un incubo. Tengo duro perchè gli voglio bene e so che il mio latte gli fa bene ma spesso ho pensato di farlo tornare indietro. Mi auguro che appena finisco questa terapia antibiotica per la seconda mastite tutto si risolva e possa godermi tutti i bei momenti con mio figlio senza avere il terrore si star ancora male. Grazie

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